E’ davvero bellissimo sentire che non siamo solo noi ad essere ancora immersi nelle emozioni che ci ha regalato il week end di Noli: sui nostri Social si susseguono storie raccontate, video, foto, commenti come mai in passato.

Tanti swimmers hanno voluto condividere la propria esperienza con tutta la comunità di Italian Open Water Tour e la condivisione è alla base della nostra idea di Circuito…quindi siamo davvero felici e vi ringraziamo uno ad uno.

Abbiamo condiviso sulla nostra pagina Facebook due vere e proprie fotografie scritte da chi ha partecipato alle gare di domenica.

La prima così:

“La testa è ancora inevitabilmente a Noli e quando il pensiero torna all’arrivo di Marcella e Alessandro, altrettanto inevitabilmente, torna la commozione. Si sono iscritti entrambi come tutti gli altri, senza chiedere nulla, poi ci hanno raccontato con una mail chi sono e perchè lo fanno ancora senza pretendere nulla. Abbiamo deciso di raccontarli direttamente attraverso i loro post e la comunità di Italian Open Water Tour ha mostrato, per l’ennesima volta, un grande cuore. In condizioni estreme abbiamo deciso di fargli continuare la nuotata senza intervenire, semplicemente rispettando la loro determinazione di cui possiamo solo avere una piccola idea. Abbiamo ancora nelle orecchie l’applauso al loro arrivo di tutti i nuotatori che fino a quel momento erano distrutti e che magicamente hanno ritrovato energie. Il nostro privilegio è di poterle raccontare queste storie. Leggete il loro racconto e siamo certi vi sentirete come noi.”

#miFidodiTe
la fiducia ci ha portato al traguardo.
Trovare le parole per descrivere il nostro viaggio non è semplice, perché le giornate come ieri ti lasciano senza parole.
Un biglietto di sola andata su una giostra di emozioni che ha girato a tutta velocità.
Una partenza perfetta, la giusta dose di adrenalina, condita da una manciata di umorismo e buonumore; davanti a noi un mare cristallino, piatto, amichevole.
Scivoliamo sull’acqua e troviamo da subito la giusta sintonia; le nostre bracciate sono regolari come le curve che la sabbia disegna sotto di noi. Sembra un attimo e arriviamo al promontorio di Varigotti.
Neanche il tempo di pensare che siamo quasi a metà percorso che tutto cambia.
Onde, corrente…il mare ci sta voltando le spalle. Ci spintona con violenza e inevitabilmente le tue mani iniziano a colpire la mia testa. Mi sento come un pugile all’angolo. Nuoto in difesa, mi proteggo la testa, che inizia a girare, e la faccia per paura che gli occhialini siano i prossimi a saltare.
Il fischio di una canoa ci comunica che ci siamo allontanati, le boe sono piccole da dove ci troviamo. E’ un pugno in pieno stomaco. Mi sento responsabile di questa “deviazione” che ci aumenta la distanza di quasi 900 metri.
Ti chiedo scusa, ma tu non puoi sentirmi.
Punto verso la costa, decido che devo stare più avanti rispetto a te, lascio che siano le spalle e la schiena ad essere prese di mira. La corda si tende, spingo con tutta la forza che ho, so che ti sto chiedendo uno sforzo maggiore, ma tu mi segui, hai fiducia in me.
Arriviamo sotto costa nel punto in cui la spiaggia finisce e so che sopra di noi la roccia a forma di leone domina il percorso. Il mare qui sembra più calmo e per diversi metri la nostra nuotata, come il nostro cuore, si tranquillizza e la mia mente va ad una bambina di 11 anni e al suo desiderio di salire su quel leone per vedere il mare laggiù. “ E’ meraviglioso piccola Marci” penso.
Un secondo fischio mi scuote. Dobbiamo ritornare più a largo, Capo Noli si avvicina e con lui le onde e la corrente. Ricominciamo di nuovo a “ballare”. Vuoi fermarti per prendere un gel, mi dici che la spalla ti dà fastidio e mi chiedi quanto manca. Ti prendo la mano per dirti di continuare a nuotare, che siamo quasi arrivati.
Da quel messaggio passa quasi un’ora. Ogni metro è una conquista, la nostra conquista. Vedo l’arco in lontananza. Ci avviciniamo, sento le voci e sento pronunciare i nostri nomi.
Ti guardo, ho gli occhialini pieni di lacrime.
Ho solo voglia di abbracciarti forte. Tu mi sorridi, come sempre. Ti chiedo come stai. “Alla grande” rispondi.
Lascio che le lacrime continuino a scendere.

La seconda così:

“Oggi vogliamo condividere l’esperienza di Carlo Contin, la sua HARD SWIM descritta mirabilmente con un equilibrio e una capacità descrittiva unici. Siamo certi che in molti, leggendolo, annuiranno pensando “già, proprio così…”. Una fotografia perfetta.”

IL MARE HA SEMPRE RAGIONE

15 settembre_ Noli, provincia di Savona, dopo le acque “alternative” del Naviglio di Milano cambio di scena e questo fine settimana nuoto nelle bellissime acque della Baia dei Saraceni, il percorso è di 7 chilometri con partenza da Finale Ligure ed arrivo sulla spiaggia di Noli la “Hard Swim” (capirò dopo il perché di questo nome).

Questa settimana non mi sono allenato perché dopo il Naviglio mi è venuta la febbre per qualche giorno, quasi una settimana di Tachipirina, ho fatto solo 3 chilometri venerdì, non mi sento in forma ma va bene lo stesso.

L’acqua è cristallina e dopo molto tempo provo ancora l’emozione di vedere il fondo sotto di me ed anche i pesci, cosa impossibile in tutti i laghi dove non si vede niente e nuotare è sempre un po’ inquietante, lo spettacolo a guardare dal mare verso la costa è bellissimo, riempie gli occhi e il cuore.

Parto tranquillo e poi accelero, nuotiamo controcorrente (per tutti i sette chilometri!) sto andando abbastanza bene quando all’altezza di Varigotti, prima di girare attorno a Punta Crena cominciano le onde.
Il mio tallone d’Achille, in quanto il mio stile di nuoto è quanto di più ci sia sbagliato per nuotare con il mare mosso, con le onde esiste una tecnica di nuoto completamente diversa (mi spiegheranno dopo) fatta di bracciate corte con una frequenza molto alta mentre io sono abituato a fare esattamente il contrario.
Continuo a prendere le onde in faccia mentre invece dovrei “salirci sopra” e scendere prendendo velocità, più vado avanti più le onde peggiorano ora ci sono onde di un metro e mezzo di altezza (riferisco quanto detto dalla direzione di gara).

Vado avanti così per cinque chilometri, poi mi si spegne tutto, finisco le energie, le braccia non funzionano più e soprattutto mi lascia la testa (la cosa peggiore), mentre tutti quelli che avevo sorpassato con il mare (quasi) calmo ora mi sorpassano, fanno fatica anche loro ma molto meno di me, io non sono uno di quelli che sta lì a guardare le classifiche perché nuoto per il piacere di farlo ma mi girano le balle …

Sono in mezzo al mare con le braccia distrutte, la testa che mi gira dopo due ore di su e giù ed in più mi fa male anche la milza (mai successo), faccio l’unica cosa che posso fare, riparto, pian piano, facendo delle piccole soste, sono completamente svuotato ed anche demoralizzato, mi portano avanti solo la forza di volontà, il mio orgoglio e la mia testardaggine che non mi fa mollare mai.

Alla fine arrivo, non so neanche io come ma arrivo, ora sono sulla spiaggia di Noli, rimango lì in piedi piantato come un ombrellone nella sabbia, poi mi danno un pezzo di focaccia ed un bicchiere di the, mi vado a sedere su una panca davanti all’arrivo, ho la bocca completamente anestetizzata dal sale e la gola che brucia per tutta l’acqua salata che ho bevuto, le braccia mi fanno così male che non provo neanche a portare il bicchiere verso le labbra.
Rimango lì un poco, poi, tutta la fatica, la frustrazione, la rabbia ma anche la gioia per essere comunque arrivato alla fine con le mie forze si trasformano in lacrime che mi scendono sul viso e che si mischiano alle gocce di acqua salata che continuano a gocciolare dalla testa, che così credo non si sia accorto nessuno.

Poi la direzione di gara annuncia l’arrivo di Alessandro e Marcella, Alessandro ha la Sindrome di Usher, è cieco e sordo, chiuso in un mondo tutto suo, ma malgrado questo è un bravo triatleta , nuotano legati da una corda di 50 centimetri, per promuovere una raccolta fondi per la ricerca contro questa malattia #MiFidoDITE , Marcella comunica con Alessandro prendendole la mano tracciando sul palmo con il dito dei disegni che capiscono solo loro due, vederli mette i brividi.

Alessandro è sorridente e felice mentre tutti l’abbracciano, Marcella è distrutta dalla fatica e dopo poco scoppia a piangere, e lì a vedere questa scena qualche lacrima mi scappa ancora (si sa che ad una certa età si diventa più vulnerabili a certe emozioni).

Complimenti a loro che sono stati immensi a fare una impresa del genere con un mare difficilissimo, vederli ridimensiona le mie fatiche e mi fa sentire meglio, riesco anche a muovere le braccia!

Intanto le casse che trasmettono musica durante la manifestazione suonano “Boys don’t cry” dei Cure, e mi metto a ridere, mi asciugo gli occhi e torno il Carlo di sempre pronto subito a tornare in acqua a fare a cazzotti con le onde (NO ovviamente scherzo).

Ciao Finale Ligure, ciao Noli, ciao onde e ciao mare, ci si rivede il prossimo anno, sicuro.

FINALE LIGURE – NOLI
Dati del mio GPS
Totale metri percorsi: 7.004
Totale bracciate: 5.482 (settimana scorsa con 4.570 ho fatto 14K giusto per dare in’idea)
Tempo: 2h 53’ 47”

Non ci resta che passare dalle “fotografie” scritte a quelle reale: sono on line le foto di giornata di HLMPHOTO! Ricordiamo che tutte le foto delle nostre tappe sono in download gratuito, servizio compreso nella quota d’iscrizione: cliccate due volte su “AGGIUNGI AL CARRELLO” e le foto si scaricheranno in automatico.

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